Napoli, 10 dicembre 2011- Catello Maresca e Vincenzo D’Onofrio, due dei magistrati della Dda di Napoli che hanno ricevuto pesanti minacce da esponenti di clan camorristici, devono recarsi a Roma per un corso di aggiornamento, ma nella capitale non disporranno della tutela prevista per loro.
La paradossale conseguenza di ciò è che potrebbero rimanere in albergo senza raggiungere la sede del corso, dal momento che è loro vietato di uscire senza l’auto blindata. La vicenda si intreccia con quella della carenza di fondi per la giustizia, che nelle scorse settimane aveva suscitato sconcerto e proteste.
I due magistrati saranno accompagnati a Roma con un’auto blindata dagli uomini delle forze dell’ordine addetti alla loro tutela, ma poi la vettura tornerà indietro; un poliziotto ed un finanziere in servizio nella capitale hanno avuto il compito di scortare i due magistrati, ma non hanno a disposizione auto blindate.
Catello Maresca, uno dei principali artefici della recente cattura del boss Michele Zagaria, era tra i pm che il boss Giuseppe Setola, autore di stragi e omicidi, progettava di uccidere nell’ambito di un attacco alle istituzioni: lo ha rivelato il pentito Nicola Cangiano.Un altro collaboratore di giustizia ha raccontato che c’era per assassinare D’Onofrio con un bazooka lungo il tragitto che il pm compie per tornare a casa dalla Procura. “A Napoli – commenta D’Onofrio – c’è scarsa attenzione sul tema della sicurezza dei magistrati. I clan lo hanno avvertito e per questo, per la prima volta, progettano di compiere
attentati”.
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